68° Congresso Nazionale degli Ingegneri: riflettori su tutela del territorio e Intelligenza Artificiale

Anche la seconda giornata del 68° Congresso nazionale degli Ordini degli Ingegneri (Siena, 2-4 ottobre 2024) si è caratterizzata per un mix di temi, tra ingegneria edile e civile (approfondimenti sul rischio sismico e idrogeologico) e le nuove frontiere dell’ingegneria ambientale e dell’informazione (con approfondimenti sui temi della sostenibilità e dell’intelligenza artificiale), a conferma di quanto sia dinamico e multidisciplinare lo scenario in cui noi ingegneri vogliamo e dobbiamo agire”: è il commento del presidente dell’Ordine degli ingegneri di Napoli, Gennaro Annunziata.

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MUSUMECI: PREVENIRE MEGLIO CHE RICOSTRUIRE
“In Italia finora si è pensato essenzialmente alla ricostruzione, che poteva essere limitata se lo stesso interesse ci fosse stato verso la prevenzione. La pianificazione urbanistica non ha mai tenuto conto di quella della protezione civile. C’è stata una particolare attenzione a costruire, senza tenere conto però di paramenti essenziali che ogni ingegnere e ogni sana amministrazione conosce”: così il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci (foto in alto), intervenuto in videoconferenza all’apertura della seconda giornata del 68° Congresso degli Ordini degli Ingegneri d’Italia, nell’ambito del modulo di approfondimento sulle politiche e le modalità di intervento per la tutela del territorio.
L’attuale esecutivo, ha ricordato il ministro, ha deciso “di fare della cultura della prevenzione l’obiettivo prioritario, in un’Italia che finora ha seguito solo l’emergenza. Ora stiamo lavorando alla revisione della Protezione civile, presto porteremo all’esame del Consiglio dei ministri il ddl per la prevenzione sul rischio sismico, in cui abbiamo previsto l’introduzione del fascicolo del fabbricato perché non si può parlare di intervento se non si sa dove intervenire“.
Sulla ricostruzione ha poi affermato: “La delocalizzazione non è più un argomento tabù. In alcuni casi è necessario allontanarsi”.

PERRINI: LA PREVENZIONE FA RISPARMIARE RISORSE
Confrontandosi con Musumeci, Angelo Domenico Perrini, presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, ha ricordato che ormai da anni gli ingegneri italiani spingono per l’attuazione delle opere di prevenzione.
Numerosi rapporti del Centro Studi CNI che dimostrano infatti che la prevenzione è economicamente più vantaggiosa, rispetto ai costi che lo Stato è costretto a sostenere per le varie ricostruzioni. In questo senso, Perrini ha auspicato che i fondi del Pnrr vengano utilizzati integralmente, superando anche gli ostacoli burocratici.

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CASTELLI: IMPARARE DALLE CATASTROFI
Il Commissario straordinario Sisma Centro Italia 2016, Guido Castelli, ha evidenziato che “La professionalità degli ingegneri fa parte delle soluzioni al problema della prevenzione”. La prevenzione deve essere infatti oggetto di formazione, di specializzazione, ma anche di sensibilizzazione culturale.
Ringrazio gli ingegneri – ha aggiunto – per l’apporto che quotidianamente danno a questa complessa opera di ricostruzione dopo il sisma del 2016, evento calamitosi che ha visto 70.000 edifici lesionati, tra cui 1.200 edifici di culto e 5.000 beni culturali”.
Una catastrofe da cui tuttavia si è anche imparato tanto, poiché  essa “ ha consentito anche di introdurre metodi sperimentali e di innovazione che fanno della ricostruzione, spero di poter dire, un grande contributo all’ingegneria sismica italiana”.
Le cifre sono eloquenti: sono circa 20mila i cantieri autorizzati e 11mila quelli già completati.
Le richieste di contributo presentate per la ricostruzione privata, sono 31mila, per quasi 14 miliardi di euro di valore complessivo.
Per la ricostruzione pubblica sono stati stanziati 4 miliardi e 200 milioni di euro per oltre 3500 interventi. Complessivamente è stato avviato il 95% delle opere programmate.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE ALLA RIBALTA
La sessione mattutina della seconda giornata del congresso si è conclusa con una tavola rotonda su un tema di estrema attualità: “L’Intelligenza Artificiale per i professionisti, tra paure, mito e realtà”, che ha visto a confronto Franco Bernabè (Techvisory), Emanuele Frontoni (Università di Macerata), Giulio Biino (presidente del Consiglio Nazionale del Notariato), Gennaro Annunziata (nel ruolo di coordinatore del Comitato italiano ingegneria dell’informazione C3i), Alberto Romagnoli (Consigliere CNI).


Nel prendere la parola, Annunziata ha ribaltato l’affermazione del moderatore Gianluca Semprini (giornalista Rai) secondo cui ormai tutti i presenti in sala hanno usato almeno una volta un’applicazione di IA. “Non ne sarei tanto sicuro – ha chiosato il presidente dell’Ordine di Napoli – perché le resistenze al cambiamento sono ancora molte, anche tra noi, considerato che la categoria degli ingegneri è estremamente eterogenea” e quindi tocca proprio agli ingegneri del cosiddetto “terzo settore” fare da apripista nella gestione di questo nuovo strumento che comporta certamente rischi e incognite, ma che racchiude anche numerose opportunità.
La registrazione integrale della tavola rotonda (diffusa in streaming come tutte le sessioni congressuali) è disponibile sul canale YouTube dell’Ordine.

Nel corso del dibattito Annunziata ha anche evidenziato l’estrema attenzione della categoria, soprattutto nei confronti dell’Intelligenza Artificiale Generativa: tocca proprio ai professionisti – è stato ricordato – monitorarne l’evoluzione e, soprattutto, contribuire a fissare regole certe per il suo impiego. Una sfida non facile, anche considerate le rapidissime innovazioni che caratterizzano in modo peculiare l’IA.

UNA CORNICE DI PRINCIPI GENERALI
Un tentativo per creare una cornice di regole in materia di IA, ha osservato Annunziata, è rappresentato da una serie di criteri generali, come per esempio quello del cosiddetto “livello di rischio”.
Anche in questo settore – ha osservato – ci candidiamo ad essere l’ingegneria che governa il cambiamento”.
Per gli ingegneri la sfida (il termine è ricorrente in questi lavori congressuali) è diventare “gestori di processi”.
Per finire, un segnale di ottimismo: “Non credo a scenari distopici – ha ribadito Gennaro Annunziata – e nemmeno alle semplificazioni catastrofiste. Voglio invece pensare in positivo, immaginando un futuro in cui sarà ancora protagonista il pensiero critico dell’uomo”.


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