Equo compenso per i professionisti: ora è legge. L’Ordine degli Ingegneri di Napoli: Svolta decisiva, anche a garanzia della qualità delle prestazioni

La normativa sull’equo compenso per i professionisti è ora legge. La Camera ha infatti approvato in terza lettura, con 243 voti a favore, nessun contrario e 59 astenuti (i deputati del Pd) la proposta di legge Meloni e Morrone, recante “Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali” (già approvata dalla Camera e modificata dal Senato).

Il Consiglio dell’Ordine degli ingegneri della Provincia di Napoli, in rappresentanza del secondo Albo italiano con oltre 13mila iscritti, plaude a questa decisione, “che inverte la rotta dopo ben 17 anni, ossia dall’abolizione dei minimi tariffari del 2006”, pur essendoci ancora del cammino da fare per un adeguato riconoscimento economico del valore della competenza.

SI FERMA LA CORSA AI RIBASSI
La nuova legge è accolta con soddisfazione da noi professionisti, ma occorre sottolineare che essa rappresenta soprattutto una garanzia per la collettività di prestazioni adeguate – afferma il Presidente dell’Ordine di Napoli Gennaro Annunziata: la corsa al ribasso dei compensi, che si è scatenata da oltre quindici anni, non si può certo dire abbia prodotto benefici in termini di qualità e nemmeno di difesa di una sana concorrenza”.
La posizione del Consiglio dell’Ordine di Napoli è stata anche sintetizzata in una nota per la stampa ripresa dall’Agenzia Ansa e leggibile QUI .

VINTA UNA BATTAGLIA DURATA ANNI
Con l’approvazione della legge sull’equo compenso i professionisti vincono una battaglia durata anni, che ha visto l’Ordine di Napoli sempre in prima fila, come nella primavera del 2017, quando per iniziativa dell’organo di autogoverno centinaia di ingegneri partenopei sfilarono in corteo a Roma, per poi ritrovarsi – insieme a migliaia di colleghi provenienti da ogni parte d’Italia ed espressione di tutte le libere professioni – in Piazza San Giovanni in Laterano a far sentire con forza la loro voce e soprattutto il loro malcontento.
Della protesta degli ingegneri napoletani parlò anche il quotidiano Il Mattino, in un articolo leggibile QUI
Nelle foto qui in basso un momento del corteo nella Capitale e un gruppo di ingegneri napoletani radunati prima della manifestazione.

I PUNTI CHIAVE DEL PROVVEDIMENTO
Il testo varato dall’aula di Montecitorio, che avrà efficacia per le oltre 27mila tra amministrazioni pubbliche locali, centrali e loro società partecipate, impone alle imprese bancarie e assicurative (e alle loro controllate e mandatarie) ed alle aziende con più di 50 dipendenti, o con un fatturato di oltre 10 milioni, di versare al professionista a cui affidano incarichi un compenso equo, “proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro” e “conforme ai parametri ministeriali” per la determinazione delle remunerazioni.

APPLICAZIONE CIRCOSCRITTA
Il provvedimento restituisce dignità all’attività libero professionale, evidenzia il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli, anche se l’ambito di applicazione è per ora circoscritto.
Le cifre parlano chiaro. In totale, incrociando i dati di Inps e Registro imprese con il censimento delle Pubblica Amministrazione e delle partecipate, risulta infatti che sono poco più di 78mila i soggetti che rientrano tra quelli tenuti ad applicare la nuova legge. Alle circa 27 mila amministrazioni pubbliche si aggiungono poco più di 33mila (su un totale che sfiora i sei milioni)  imprese private che superano il primo requisito, ovvero la soglia dei 50 dipendenti, oltre la quale l’equo compenso sarà obbligatorio. Mentre per altre 35mila l’equo compenso scatterà in base al fatturato che, con riferimento all’ultimo bilancio depositato in Camera di commercio, dovrà superare i 10 milioni (anche qui su un totale di circa un milione di società di capitali tenute a depositare il bilancio). A queste due voci vanno sottratte oltre 18mila aziende presenti in entrambe le categorie perché in possesso dei due requisiti in contemporanea, ossia numero di dipendenti e soglia di fatturato.

DIRITTO SANCITO ANCHE PER LE PROFESSIONI NON ORDINISTICHE
La nuova legge si applica invece a tutti i professionisti, sia quelli iscritti a un Ordine, che quelli appartenenti alle professioni non regolamentate (tra questi, ad esempio, gli amministratori di condominio, i tributaristi e i revisori legali).
E questo criterio – osserva il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli – fa giustizia del luogo comune secondo cui il sistema ordinistico si pone come lobby a tutela dei propri iscritti”.

I PARAMETRI
Le professioni ordinistiche, per determinare un compenso equo faranno riferimento ai parametri indicati nei decreti ministeriali per ogni singola categoria, mentre le non ordinistiche dovranno attendere la messa a punto di valori di riferimento per la prima volta, operazione che la legge affida all’ex ministero dello Sviluppo economico (ora delle Imprese e del made in Italy).
Soltanto gli avvocati possono però contare subito su parametri aggiornati (in vigore da ottobre scorso, con un incremento medio del 5%). Altre categorie hanno valori aggiornati molto meno di recente (alcuni risalgono a dieci anni fa) che tra l’altro non tengono conto delle nuove competenze che nel frattempo si sono consolidate, come quelle degli ingegneri del “terzo settore”.

ANNUNZIATA: RICONOSCIUTO IL RUOLO DEGLI ORDINI
La nuova normativa – fa rilevare il Presidente degli Ingegneri napoletani Gennaro Annunziataè soddisfacente anche perché si traduce in un significativo riconoscimento del ruolo e delle responsabilità del sistema ordinistico, non solo per la revisione dei parametri che avrà cadenza biennale. Nell’applicazione concreta del testo varato da Montecitorio gli Ordini ricopriranno infatti un ruolo centrale: dovranno rivedere il Codice deontologico, inserendo sanzioni per il professionista che consegna un preventivo non equo e, come specifica il testo, proporzionato alla prestazione professionale richiesta e determinato in applicazione dei parametri”.

L’AGENDA DEI PROSSIMI MESI
I prossimi mesi, dunque, vedranno gli Ordini impegnati in un intenso lavoro sui parametri e sui criteri deontologici, il che presuppone anche un proficuo dialogo fra organismi locali e centrali, senza trascurare i contributi che verranno anche dalle commissioni tematiche attivate presso gli Ordini provinciali.
Da segnalare, infine, che gli Ordini, secondo la nuova normativa, saranno anche i “giudici di ultima istanza” per valutare la congruità delle parcelle: emetteranno infatti, se richiesti, un parere di congruità sulle parcelle per i professionisti che si rivolgono al giudice contro i compensi fuori norma.
Il parere varrà anche come titolo esecutivo per riscuotere il compenso, se il debitore non si opporrà entro 40 giorni dalla notifica del parere stesso.

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