Albo, cerimonia del Centenario. Annunziata: A Napoli abbiamo vissuto un evento volto al futuro, in una cornice di arte e bellezza
“A Napoli abbiamo vissuto un evento rivolto al futuro, in una cornice di arte e bellezza, rendendo omaggio alla nostra tradizione professionale e consapevoli delle sfide che ci attendono nel presente”: lo afferma il presidente dell’Ordine degli ingegneri della Provincia di Napoli Gennaro Annunziata, all’indomani della celebrazione del centenario dell’Albo, che si è svolta lunedì 11 dicembre nel Complesso Congressuale di Donnaregina, nel cuore della città antica.
Fotogallery e contenuti dell’evento sono visionabili sulla pagina istituzionale della cerimonia, raggiungibile QUI e tuttora in aggiornamento.
UNA CORNICE DI ECCELLENZA
L’Ordine di Napoli, secondo in Italia per numero di iscritti, ha offerto ai numerosissimi colleghi e ospiti intervenuti alla cerimonia, un viaggio nella bellezza, un’immersione in una delle strutture museali più affascinanti d’Italia, con un finale d’eccezione: la visita al Tesoro di San Gennaro, preceduta da un’introduzione di monsignor Vincenzo De Gregorio.
TRADIZIONE DI OLTRE DUE SECOLI
Il titolo scelto per la cerimonia, “Fieri del Passato, Concentrati sul Presente, Progettiamo il Futuro“, come ha sottolineato il presidente Annunziata nel suo discorso introduttivo “rispecchia lo spirito con cui intendiamo affrontare questa ricorrenza“.
Il presidente ha aggiunto infatti: “Il passato ci ha lasciato un’eredità che ci onora, ma allo stesso tempo ci impegna ad essere degni del testimone che abbiamo ricevuto. In questi cento anni, abbiamo vissuto da protagonisti tutte le trasformazioni e le innovazioni tecnologiche, abbiamo progettato e realizzato opere che hanno contribuito alla crescita del nostro paese, compiendo un percorso straordinario. Un percorso che, a ben vedere, inizia molto prima del 1923. Proprio qui a Napoli, infatti, oltre due secoli fa, è nata la moderna figura professionale dell’ingegnere. Il 4 marzo 1811, Gioacchino Murat, allora re di Napoli, istituì la Scuola di Applicazioni di Ponti e Strade, prima Facoltà di Ingegneria in Italia“.
E come guardano gli ingegneri al loro futuro e al sistema socio-economico in cui vivono e operano? Onorare e conoscere la storia della professione, come ha puntualizzato Gennaro Annunziata nel suo discorso iniziale, è fondamentale “per trarre insegnamenti preziosi per il presente e per proiettare lo sguardo verso un futuro che, non privo di incognite, è ricco di opportunità per chi vorrà e saprà sfruttarle“.
VALORIZZARE LE COMPETENZE
Una delle sfide centrali del futuro per l’Ordine degli ingegneri è valorizzare ulteriormente le competenze dei propri iscritti, a vantaggio della collettività.
E’ un concetto emerso con evidenza dalla tavola rotonda – sul tema “Il futuro della rappresentanza ordinistica” – che ha aperto la cerimonia, coordinata dal giornalista Gianluca Semprini che ha anche condotto tutte le successive sessioni dell’evento.
Gennaro Annunziata ne ha discusso con il presidente nazionale degli ingegneri, Domenico Perrini, con i colleghi al vertice degli altri Ordini campani e con il coordinatore della Rete delle professioni tecniche, Armando Zambrano.
Gli Ordini, è statoi ribadito, non sono organismi sindacali. Ad essi spetta garantire l’adeguato livello professionale dei loro iscritti nei confronti della committenza, pubblica e privata, quindi della collettività.
Attualmente si registra un sensibile divario tra coloro che conseguono la laurea in ingegneria e coloro che poi si iscrivono all’Ordine.
Questo divario – è stato ribadito dal presiodente Perrini – può essere colmato rendendo la laurea abilitante alla professione, con un tirocinio mirato da svolgere nella fase conclusiva del percorso unversitario.
Altro obiettivo importante, è stato sottolineato da Armando Zambrano durante la tavola rotonda, è la certificazione delle competenze degli iscritti.
Una procedura già riconosciuta da tempo a livello europeo – ha ricordato Zambrano – che va maggiormente imprelentata poiché rappresenta non solo un’ulteriore garanzia per la collettività, ma anche un fattore di maggior competitività sul mercato per gli iscritti, specie nei rapporti con la committenza pubblica, visto che molti bandi considerano queste certificazioni un fattore di premialità.
POTENZIARE I SERVIZI
Nell’ambito delle loro competenze istituzionali, poi, gli Ordini possono e devono – come ha affermato Gennaro Annunziata – ampliare la gamma dei servizi offerti agli iscritti, con particolare attenzione alle esigenze dei colleghi più giovani, alle prese con l’ingresso nella professione, spesso difficoltoso.
PRONTI ALLE SFIDE
“Sfide” è stata la parola-chiave della manifestazione, il filo conduttore dell’evento che caratterizza anche le altre sessioni in cui si articolano i lavori, dedicate – rispettivamente – al settore civile, al settore industriale e al settore dell’informazione.
La prima relazione sul settore civile è stata a cura di Edoardo Cosenza, già presidente dell’Ordine di Napoli, prima di essere eletto al Cni: ha tenuto una relazione “sfida delle sfide” del settore ingegneristico, rappresentata dal ponte sullo stretto di Messina.
Una realizzazione – ha sottolineato Cosenza – tecnicamente possibile ed auspicabile. “Ponti simili – ha ricordato- sono stati già realizzati in altre parti del mondo e già si utilizza l’espressione Messina Bridge, a definire queste strutture, prendendo a esempio il modello progettuale ipotizzato per il ponte sullo Stretto“.
Francesca Da Porto è intervenuta sul ruolo degli ingegneri nella salvaguardia dei monumenti, un settore in cui la professione ingegneristica si sta imponendo con ruoli sempre più impegnativi, anche con l’elaborazione di tecniche di avanguardia, rispettose dell’originalità del patrimonio artistico e monumentale.
Giampiero Russo ha illustrato le sfide delle grandi opere in sotterraneo nelle aree urbane, con numerosi esempi di “buone pratiche” e di tecnologie innovative.
FOCUS SU INDUSTRIA E INFORMAZIONE
I lavori sono ripresi nel pomeriggio, con una tavola rotonda dedicata alle sfide del settore industriale.
Flavio Farroni ha parlato del progetto Vesevo, innovativo sistema non distruttivo per la verifica delle prestazioni degli pneumatici, nato dallo spin-off accademico MegaRide, originariamente adottato nel campo delle competizioni motoristiche, ma dalle molteplici applicazioni.
Adolfo Senatore ha illustrato le potenzialità dell’idrogeno per i motori a scoppio, soffermandosi anche sulle sfide imposte dalla transizione energetica e dimostrando come anche i motori endotermici, a patto di usare combustibili innovativi, possono essere poco impattanti sull’ambiente.
Infine, Filippo De Rossi e Domenico Villacci hanno fatto il punto sulle comunità energetiche rinnovabili e sui mercati locali dell’energia.
La giornata si è conclusa con la sessione dedicata alle sfide, di grande attualità, del settore dell’informazione
Simon Pietro Romano ha parlato di cybersecurity, soffermandosi sulle sempre più raffinate strategie utilizzate dai cyber-criminali e sulle possibili contromosse. Bruno Siciliano ha illustrato l’evoluzione della robotica, puntualizzando il concetto che sono assimilabili a “robot” anche applicazioni di avanguardia come gli “esoscheletri” indossabili da soggetti portatori di disabilità, un settore i cui sviluppi sono sempre più stimolanti.
Mario Vento, infine, ha fatto il punto sull’intelligenza artificiale, argomento di particolare attualità all’indomani delle linee guida che l’Unione Europea ha varato per governare il fenomeno.
E l’IA – è stato ribadito – si pone come una ulteriore sfida che vede gli ingegneri protaonisti. per farne una risorsa e, viceversa, per non esserne marginalizzati.
CONCLUSIONE IN BELLEZZA
La visita al Tesoro di San Gennaro, come accennato poc’anzi, ha concluso la giornata celebrativa.
“Quest’anno – ha chiosato il presidente Annunziata – il nostro Ordine ha organizzato una serie di eventi formativi che abbiamo voluto chiamare <della Grande Bellezza>, parafrasando il titolo del film di Sorrentino. Si tratta di appuntamenti organizzati in strutture di particolare valore storico, artistico e museale (leggere QUI – Ndr). E per una celebrazione così importante come il centenario ci è sembrata una scelta obbligata seguire questo criterio, che tanto gradimento incontra fra i colleghi“.
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