In un webinar dell’Ordine le testimonianze di ingegneri e medici al servizio della sanità nelle aree più estreme del mondo e in scenari bellici

Quali sono le sfide che affrontano gli ingegneri e medici impegnati nel fornire assistenza sanitaria nelle aree più disagiate del mondo, specie in occasione di catastrofi ambientali, epidemia ed emergenze umanitarie?
Se ne è discusso giovedì 16 gennaio in un webinar dal titolo “Al servizio di Ippocrate – Tecnici per la sanità”, organizzato sulla piattaforma Cisco WebEx dell’Ordine degli ingegneri di Napoli e valevole 3 Cfp. Circa 700 i discenti in aula virtuale.

Il presidente dell’Ordine Gennaro Annunziata ha introdotto il webinar portando il suo saluto e quello del Consiglio, con un ringraziamento particolare rivolto alla Commissione Ingegneri No Profit, coordinata da Giuseppe Magliulo, che ha organizzato l’iniziativa, riunendo nel panel medici e ingegneri.
Oggi – ha detto il presidente – affrontiamo un tema di grande rilievo: la sinergia tra tecnica e impegno umanitario nel settore sanitario. Questo webinar ci offrie un’importante occasione di riflessione e confronto“.
L’ingegneria – ha ricordato Annunziata – riveste un ruolo cruciale nel settore sanitario. Non si limita alla progettazione e alla costruzione delle strutture ospedaliere, ma è determinante nella loro gestione e nella produzione di apparecchiature avanzate per la chirurgia e la diagnostica.
Termini come ingegneria clinica e ingegneria biomedica sono ormai parte integrante del nostro lessico da decenni – ha rilevato il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Napoli – , a testimonianza di quanto questo settore sia evoluto e centrale. Ancora più importante è il contributo dei nostri colleghi impegnati nel settore no profit. Essi operano in contesti estremamente difficili, fornendo supporto all’assistenza sanitaria in condizioni limite, durante calamità naturali, epidemie o conflitti, come quelli che purtroppo stanno colpendo l’Ucraina e che hanno insanguinato la Striscia di Gaza, fino alla recentissima e auspicata tregua“.

CONFLITTI IN AUMENTO
Proprio l’aumento dei conflitti – molti dei quali su scala strettamente locale, ma non meno devastanti – ha reso più difficile, impegnativo e spesso rischioso il lavoro di quanto – tecnici e medici – progettano e forniscono assistenza sanitaria volontaria in giro per il mondo.
Le cifre parlano chiaro: i conflitti nel mondo sono aumentati di ben il 40 per cento nell’ultimo triennio (vedere grafica qui in basso).

CAPACITA’ DI INVENTARE E DI RELAZIONE
Medici e tecnici che forniscono il loro impegno per garantire assistenza sanitaria devono spesso essere – come è stato ricordato durante il webinar – capaci di inventare soluzioni spesso escogitate sul momento, per esempio per la potabilizzazione dell’acqua e per garantire forniture idriche adeguate (quello dell’acqua è uno dei problemi basilari da risolvere).
Questo senza contare la difficoltà di relazionarsi con culture, tradizioni, religioni, spesso così differenti rispetto al paese di origine dei volontari.
Altro problema – insieme tecnico e relazionale – è quello di trovare in loco imprese adeguate alla necessità di realizzare o di riqualificare strutture sanitarie.
In molti casi lo scenario è drammatico,  per carenze di materiali e ambientali, come è stato efficacemente dimostrato, fra l’altro, da un’immagine scattata in un presidio ospedaliero in Sudan (foto in basso).


Eppure anche in contesti così degradati e carenti, medici e chirurghi sono stati spesso in grado di affrontare anche emergenze complesse, salvando tante vite umane.

IL PROGRESSO AL SERVIZIO DEI PIù DEBOLI
Durante il webinar si è parlato anche di progetti molto significativi realizzati per fornire assistenza sanitaria in contesti disagiati, sviluppati grazie alla sinergia virtuosa di competenze ingegneristiche, mediche e anche gestionali.
E’ il caso, per esempio, di alcune unità chirurgiche mobili, perfettamente attrezzate (foto in basso), realizzate su semirimorchi e che garantiscono standard operativi e igienici pari a quelli di un normale plesso ospedaliero occidentale.
Quando il territorio lo consente, è stato ricordato, l’arrivo di queste autocolonne ha spesso rappresentato un segnale di speranza e una certezza di salvezza.

COSTRUIRE NEL RISPETTO DEL TERRITORIO
Altre testimonianze di indubbio interesse sono state date illustrando il caso di un ospedale pediatrico progettato da Renzo Piano e realizzato in Uganda (foto qui sotto).
Per quanto possa apparire sorprendente a un non addetto ai lavori, questa struttura – è stato ricordato – è completamente autosufficiente sotto il profilo energetico, grazie all’impiego di pannelli fotovoltaici, è stata realizzata con tecniche e materiali ecocompatibili e prevede addirittura una foresteria per ospitare i familiari dei piccoli degenti. Infatti i parenti dei bambini bisognosi di cure provengono spesso da zone molto lontane, affrontando grandi difficoltà logistiche.
L’ospedale progettato da Renzo Piano, inoltre, è circondato da ampi spazi a verde, fornendo un contesto particolarmente adatto al recupero e alla convalescenza dei piccoli pazienti.
I criteri di sostenibilità e rispetto dell’ambiente, peraltro, sono stati adottati – come è stato spiegato nel corso del webinar – anche per altre realizzazioni sanitarie nel terzo mondo.

COME AVVICINARSI AL MONDO DEL NO PROFIT?
Le testimonianze dei relatori hanno affascinato molti discenti da remoto e non è mancato chi ha chiesto consigli e indicazioni per svolgere esperienze volontaristiche di assistenza sanitaria.
I relatori interpellati hanno risposto spiegando che la buona volontà e lo spirito umanitario sono pre-condizioni necessarie, ma non sufficienti.
Spesso le migliori intenzioni si infrangono rispetto a contesti molto ardui e che richiedono doti di coraggio e di adattamento non da tutti.
Il suggerimento è magari di cominciare con esperienze di breve durata, due-tre mesi, sul campo, per “testare” le proprie doti non solo professionali.
E l’auspicio è che da questo webinar possano magari scaturire nuove vocazioni per altri volontari “arruolati” nella grande avventura dell’assistenza umanitaria.
E’ disponibile anche il video integrale del webinar, sul canale YouTube dell’Ordine.


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