L'informazione nell'era delle reti 5G: rivoluzione alle porte. A confronto tecnici, politici, operatori dei media
“L’avvento della tecnologia 5G vedrà l’Ordine dei giornalisti ancor più impegnato in attività di formazione e qualificazione professionale dei colleghi di oggi e di domani, per valorizzare al meglio le potenzialità di questa tecnologia ed evitare la disintermediazione selvaggia dell’informazione”: lo ha annunciato il Presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, al convegno sul tema “L’informazione nell’era del 5G”, promosso a Napoli sabato 13 aprile dall’Ordine provinciale degli ingegneri (presieduto da Edoardo Cosenza) e dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (presieduto da Armando Zambrano) e organizzato dal Consigliere Gennaro Annunziata.
Ad ospitare i lavori, lo spazio convegni del Polo dello Shipping, in via Depretis.
L’obiettivo – ha spiegato Verna – è dare vita un Istituto di alta formazione nei nuovi sistemi per l’informazione il cui primo nucleo nascerà proprio a Napoli grazie a una collaborazione col Dipartimento di Scienze sociali dell’Università di Napoli Federico II.
A confronto – moderati dal giornalista Rai Luigi Monfredi (Tg1 Economia) – anche il Sottosegretario con delega all’Editoria Vito Crimi, il Segretario dell’Unione Stampa Periodica Italiana, Francesco Saverio Vetere, Simon Pietro Romano (docente della Federico II e manager della Apple Developer Academy) e Daniele Luminari, manager di Fastweb.
Le reti 5G non sono un’evoluzione del 4G – hanno ribadito gli studiosi e i tecnici intervenuti al dibattito – ma uno strumento rivoluzionario che modificherà i modi di produrre, i rapporti dei cittadini con la pubblica amministrazione e gli erogatori di servizi, la vita quotidiana di ciascuno di noi, fornendo tutta una serie di soluzioni integrate per erogare servizi avanzati via Internet. E non esisterà più la separazione fra rete telefonica e rete internet, che saranno – appunto – totalmente integrate.
Edoardo Cosenza evidenzia come nel polo accademico di San Giovanni a Teduccio l’implementazione di tecnologie 5G, già in corso, servirà a innovare la didattica e a rafforzare il modello “smart city” per sviluppare ricerche, grazie alle partnership con le Academy ospitate a Napoli Est, da cui scaturiranno prodotti e servizi innovativi in grado di generare ricchezza e sviluppo.
A tal proposito Simon Pietro Romano ha ricordato, per esempio, che il 5G serve a rendere più efficienti le sperimentazioni già in corso a Napoli sui veicoli a guida autonoma. E si è soffermato sul concetto di “softwarizzazione” della rete. Il 5G, in pratica, porterà allo sviluppo di una rete “flessibile”, che si plasmerà “intelligentemente” sulle esigenze dei fruitori e dei servizi richiesti, facendo venir sempre più meno i device dotati di elementi “fisici” per la gestione e il dislocamento dei pacchetti di informazione immessi in rete.
E il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano, tiene a sottolineare che le reti 5G serviranno a creare nuove occasioni di lavoro qualificato per la categoria degli ingegneri, serviranno a innovare i processi produttivi, serviranno – insomma – alla concreta attuazione del modello “INDUSTRIA 4.0”.
E con questa rivoluzione tecnologica, che ruolo svolgeranno i giornalisti? “Il giornalista è l’ingegnere dell’informazione e deve porsi come garante della qualità e del suo valore aggiunto di professionista, esigenza tanto più sentita quanto le nuove tecnologie consentiranno di veicolare in modo più rapido e diretto una quantità sempre maggiore di informazioni”, afferma il Sottosegretario con delega all’Editoria Vito Crimi. E che cosa farà in questo scenario l’esecutivo per sostenere un’editoria pesantemente penalizzata dalla crisi economica?
“Il sostegno pubblico – afferma Crimi – non a caso è chiamato ‘fondo per il pluralismo’. Molti errori sono stati fatti in passato. I governi non hanno colto i profondi cambiamenti che stava vivendo il mondo dell’informazione, operando con strumenti già sorpassati. Va chiarito che per il 2019 non ci saranno tagli che invece opereranno progressivamente dal 2020, ma solo per le imprese che percepiscono oltre 500 mila euro l’anno. Ciò significa che non penalizzeremo le realtà piccole, locali, indipendenti dai poteri forti e dai grandi gruppi economici”.
“Di nuove tecnologie, ruolo del giornalismo e sostegni all’editoria – ha ribadito il Segretario dell’Unione Stampa Periodica Italiana Francesco Saverio Vetere – discutiamo proprio in queste settimane negli Stati generali dell’informazione: un’iniziativa per ridisegnare le regole, in un confronto aperto con il governo, gli operatori del settore, le rappresentanze professionali”.
Su un punto gli intervenuti si sono trovati concordi: proprio in un momento di grande evoluzione tecnologica occorre un forte controllo etico e deontologico sull’informazione. Occorrono ancora regole, condivise.
Insomma, sarà sempre l’uomo al centro di questa rivoluzione e del resto, come ha sottolineato il moderatore Luigi Monfredi: “Preferisco sempre un futuro in cui l’informazione sia gestita da un uomo, con tutte le incognite che ciò può comportare, piuttosto che da un algoritmo che può talvolta generare effetti devastanti”.
E a questo proposito, Monfredi ha ricordato come un algoritmo, interpretando meccanicamente (ed erroneamente) alcuni dati finanziari creò il 5 febbraio dello scorso anno un “Flash Crash” a Wall Street, la Borsa di New York, mandando in fumo ingentissime risorse finanziarie e facendo andare in tilt l’indice NYSE, senza che vi fossero reali ragioni che ciò accadesse.
Per contro, nel 1983, sempre Monfredi ha ricordato che un alto ufficiale dell’esercito sovietico – Stanislaw Petrov – evitò una guerra nucleare con gli Stati Uniti rifiutandosi di “credere” ai dati elaborati dai sistemi elettronici che segnalavano in atto un attacco da parte degli Usa. E in questo caso il discernimento di un uomo, il suo coraggio, la sua determinazione nel non credere a quello che l’elettronica gli diceva, salvarono il mondo da un olocausto nucleare.
Tornando agli scenari di casa nostra, fra gli altri strumenti di sostegno all’informazione, il sottosegretario Vito Crimi ha ricordato “il credito d’imposta per le imprese che investono in pubblicità nei giornali, nelle emittenti locali e nelle testate onl
ine, di cui oggi beneficiano già 6 mila aziende, per un importo di circa 50 milioni di euro” e ha annunciato ulteriori bandi per le imprese editoriali che investono in innovazione, “con procedure e tempi di selezione ed erogazione più rapidi che in passato”.
Ma quale sarà l’anno della svolta per il varo delle tecnologie 5G nel nostro Paese? Secondo Daniele Luminari, manager di Fastweb, gia nel 2020 dovremmo incominciarne a vedere le primissime applicazioni anche per il mercato dei normali utenti.
Al convegno hanno dedicato servizi televisivi il TgR Campania e Julie Tv
Ecco il servizio del Tgr Campania
Ed ecco il servizio di Julie TV
L’intero dibattito è stato ripreso dalla telecamera di Radio Radicale e messo in rete nel pomeriggio stesso: qui in basso è visionabile il video integrale.
(testo e interviste a cura di Giovanni Capozzi, riprese video ed editing a cura di Salvatore Walter Pompa)