Mobilitazione congiunta dei vertici di Ingegneri e Commercialisti: adeguare i compensi dei CTU. Annunziata: Questione che va risolta nell’interesse della collettività

Adeguare i compensi riconosciuti ai Consulenti tecnici di ufficio, i cui importi sono fermi da oltre venti anni: è la richiesta urgente formulata in una nota congiunta dal Consiglio nazionale degli ingegneri (in sigla CNI) e dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (in sigla CNDCEC) presieduti, rispettivamente, da Angelo Domenico Perrini e da Elbano De Nuccio.

Negli ultimi vent’anni, le tariffe riconosciute ai Consulenti Tecnici d’Ufficio (CTU) non sono state adeguate, nonostante la normativa vigente (D.P.R. 115/2002) preveda aggiornamenti triennali sulla base dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo. L’ultimo adeguamento – rileva la nota congiunta – risale infatti al 2002,lasciando migliaia di professionisti a fronteggiare incarichi complessi e responsabilità crescenti con compensi ormai sproporzionati e inadeguati“.

NON E’ UNA DIFESA CORPORATIVA
“La nota congiunta di ingegneri e commercialisti –
commenta il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Napoli Gennaro Annunziatamerita di essere accolta e sostenuta con convinzione”.

“La sproporzione tra le responsabilità che gravano sui CTU e i compensi loro riconosciuti – prosegue – risulta spesso macroscopica, insostenibile e, a tratti, persino offensiva. È importante sottolineare che questa mobilitazione non è una difesa di interessi corporativi, ma una battaglia per l’equo compenso, quale garanzia di prestazioni adeguate nell’interesse della giustizia e, quindi, della collettività. Auspico – conclude – un intervento rapido e risolutivo del legislatore per sanare le distorsioni evidenziate“.

DISPARITA’ DI TRATTAMENTO
Il mancato adeguamento dei compensi, sottolinea ancora la nota, “rappresenta una grave disparità di trattamento rispetto ad altre categorie professionali, con ripercussioni negative sulla qualità e l’efficienza del sistema giudiziario. I CTU, che offrono un contributo cruciale nei procedimenti civili e penali, vedono spesso la propria professionalità mortificata da compensi orari insufficienti, non conformi ai principi sanciti dall’art. 2233 del Codice Civile e dall’art. 54 del D.P.R. 115/2002”.

LE CRITICITA’ EVIDENZIATE
Il documento congiunto del CNI e del CNDCEC sintetizza in quattro punti i fronti più critici.
1. Mancato adeguamento ISTAT: Le tariffe non sono state aggiornate dal 2002, nonostante l’obbligo di legge.
2. Disparità di trattamento: I compensi dei CTU risultano inferiori rispetto a quelli riconosciuti ai consulenti di parte, penalizzando il ruolo pubblico ricoperto.
3. Inadeguatezza delle tariffe a vacazione: Il compenso orario attuale di circa 4 euro non riflette l’importanza delle prestazioni svolte e contrasta con la dignità professionale.
4. Necessità di aggiornamento delle tabelle: Gli attuali criteri di liquidazione non considerano le evoluzioni normative, tecnologiche e le nuove competenze richieste, come l’informatica forense e le analisi ambientali.

LE CENSURE DELLA CONSULTA
La Corte Costituzionale stessa – si evidenzia – , nella sentenza n. 192/2015, ha censurato l’inerzia amministrativa nel mancato aggiornamento delle tariffe, sottolineando l’illegittimità di trattamenti economici che risultino non adeguati ai parametri ISTAT.

LE RICHIESTE DELLE CATEGORIE INTERESSATE
– Introduzione immediata di nuove tabelle tariffarie, che includano aggiornamenti ISTAT e compensi proporzionati alla complessità degli incarichi.
– Riconoscimento delle nuove specializzazioni e dei costi sostenuti dai professionisti per attrezzature, formazione e gestione delle attività.
– Un intervento normativo deciso per garantire l’equo compenso, come sancito dalla Legge n. 49/2023.

AUGENTI: COMPENSI IRRISORI NUOCCIONO ALLA GIUSTIZIA
Si tratta di una battaglia che purtroppo conduciamo da anni – commenta Nicola Augenti, ordinario di Tecnica delle costruzioni e coordinatore della Commissione Ingegneria forense dell’Ordine – volta a un riconoscimento almeno decoroso delle liquidazioni in materia di spese di giustizia“.

La corresponsione da parte dell’autorità giudiziaria di compensi mortificanti e assolutamente inadeguati alle competenze richieste – prosegue Augenti – e alle responsabilità assunte da consulenti tecnici e periti, rappresenta un enorme vulnus per la giustizia. Solamente soggetti poco qualificati, infatti, possono e potranno accettare incarichi per compensi irrisori e umilanti. Il danno reale, dunque, sarà patito solamente dal cittadino – conclude – che non avrà certezza di sentenze giuste, essendo ben noto che le decisioni dei magistrati, in campo tecnico, non possono che conformarsi alle conclusioni raggiunte da CTU e periti“.

AGIRE CON URGENZA
“Ribadiamo con forza – conclude la nota congiunta di CNI e CNDCEC –  l’importanza di un adeguamento immediato delle tariffe, indispensabile per garantire dignità e giustizia economica ai CTU e, di conseguenza, sostenere l’efficienza del sistema giudiziario italiano”.

La nota diffusa da CNI e CNDCEC è scaricabile QUI .


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