Piano per la riduzione dei consumi energetici: un focus di divulgazione e approfondimento

L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli, avvalendosi dell’attività svolta dalla Commissione Energia, presenta un articolo di approfondimento e divulgazione sul nuovo Piano per la riduzione dei consumi energetici per il riscaldamento.

La crisi energetica in cui l’Europa è immersa, comincia ad essere sufficientemente importante da provocare danni irreversibili e colpire in maniera trasversale tutti i settori dell’economia e non solo.
L’incremento del costo del gas, iniziato nell’estate del 2021 e culminato con l’inizio della guerra in Ucraina, rappresenta un autentico tsunami che si è abbattuto sul Continente Europeo.
Ma all’interno dell’Unione c’è chi ha subito e subirà danni incalcolabili e chi verrà colpito marginalmente.
Nella lista dei paesi colpiti dalla crisi energetica, proprio l’Italia appare indiscutibilmente il paese più esposto alla “tempesta perfetta”, a causa dell’enorme dipendenza energetica a cui siamo sottoposti, dalle importazioni di gas metano e in ogni settore della produzione dei servizi energetici.

LA DIPENDENZA ENERGETICA DELL’ITALIA
In particolare in Italia abbiamo consumato nel 2021 circa 76 miliardi di metri cubi di metano importandone 73 di cu circa 29 provenienti dalla Russia, pari a circa il 38 % del consumo nazionale, inoltre dei 76 miliardi di gas importati circa il 35 % viene bruciato nelle centrali termoelettriche per produrre l’energia necessaria a soddisfare i consumi elettrici nazionali.
Di seguito si riporta il grafico rappresentativo degli andamenti degli indici di dipendenza energetica per Italia e EU e per tipo di fonte.
La stessa International Energy Agency – IEA – ha pubblicato un documento in cui sono simulati gli scenari possibili a cui l’Europa potrebbe andare incontro, scenari che analizzano verosimilmente le conseguenze causate dall’interruzione delle forniture di gas russo e dall’eventuale insufficienza delle forniture di GNL necessarie a sostituire il gas mancante all’appello.
Contestualmente – vista anche la mancanza di coesione dei paesi dell’UE rispetto a tale problema (si veda come la Germania ha iniziato un percorso non condiviso da altri paesi dell’Unione), la mancanza di accordo su un “price cap” al gas metano e il grande timore di restare con grandi carenze di forniture nel continente, della seconda materia prima energetica per utilizzo – si è consolidato il pensiero di un preoccupante scenario che potrebbe condurci ad un isterismo collettivo con ovvie e devastanti ripercussioni su ogni settore dell’economia.

IPOTESI DI SOLUZIONE
Ma in realtà quali potrebbero essere le soluzioni a breve termine che ci consentirebbero di allontanare il pericolo di una devastante mancanza di gas metano sulla rete nazionale?
Oltre il raggiungimento della saturazione degli stoccaggi, cosa che dovrebbe avvenire entro novembre, e gli accordi con altri paesi che dovrebbero fornire parte del gas russo mancante all’appello, quali potrebbero essere altri paracadute da utilizzare per allontanare o addirittura scongiurare il pericolo di un deficit di gas metano nella rete nazionale?
Sicuramente i comportamenti virtuosi nell’utilizzo quotidiano dei servizi energetici che utilizzano gas metano, sia in ambito civile/residenziale che in ambito industriale e trasporti, possono essere un importante strumento di difesa.
Tali comportamenti, associati ad un’accelerazione degli interventi di efficienza energetica in ogni settore e di incremento della velocità di realizzazione degli impianti necessari alla produzione di energia, sia elettrica che termica, da fonti rinnovabili insieme agli impianti strategici come i rigassificatori, restano le armi più potenti e durature che possiamo mettere in campo nel breve e medio periodo e che potrebbe traghettarci indenni verso la primavera e verso un nuovo paradigma di transizione energetica non più dipendente solo dal vettore gas metano, ma soprattutto sganciandoci dall’idea di dover essere dipendenti da un solo paese o da un ristretto gruppo di nazioni fornitrici.
In conclusione è importante adottare e mettere in campo ogni possibile strumento che non ci porti al sacrificio energetico.
Siamo certi che ogni cambiamento necessita di tempo, di soluzioni transitorie e di impegno da parte dell’intera comunità, ma siamo ancora più convinti che solo attraverso un’opportuna informazione, sensibilizzazione e coinvolgimento della popolazione rispetto a tali argomenti si possano raggiungere gli obiettivi prefissati.

IL PIANO SOTTO LA LENTE
il Piano volontario di contenimento dei consumi riguarda il 15% del consumo di riferimento nel periodo considerato. Le misure, che in parte sono già avviate, riguardano segnatamente:
Tralasciando il punto a, non dipendente dai comportamenti della popolazione, si riportano nel seguito le azioni individuali utili a perseguire le misure di cui ai punti b e c :

per il punto b)
La riduzione dei consumi promossa regolamentando il funzionamento degli impianti di riscaldamento sarà attuata entro il mese di settembre 2022 modificando la vigente regolamentazione della temperatura e dell’orario di accensione invernale attraverso un decreto del Ministro della Transizione Ecologica, visto il combinato disposto del “Piano di Emergenza del sistema italiano del gas naturale” (Allegato 2 al decreto ministeriale 18 Dicembre 2019 ), che già prevede che possano essere adottate, in caso di emergenza, misure di riduzione dei consumi gas per il riscaldamento invernale, e dell’art.2 “Disposizioni per l’adozione di misure preventive necessarie alla sicurezza del sistema nazionale del gas naturale” del decreto-legge n.16/2022, che consente, ai fini della sicurezza nazionali, di adottare anche in via preventiva ogni misura prevista dal piano di emergenza gas.
In particolare, il citato DM disporrà che:
1) i valori indicati all’articolo 3, comma 1, del DPR n.74/2013 sono ridotti di 1°C:
a) 17°C ± 2°C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili;
b) 19°C ± 2°C di tolleranza per tutti gli altri edifici;

2) I limiti di esercizio degli impianti termici, rispetto a quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 4 del DPR n.74/2013, sono ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione e di 1 ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione:
a) Zona climatica A: ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo;
b) Zona climatica B: ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo;
c) Zona climatica C (Napoli ): ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo;
d) Zona climatica D: ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile;
e) Zona climatica E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile;
f) Zona climatica F: nessuna limitazione.
Si precisa che sono fatte salve le utenze sensibili (es. ospedali, case di ricovero ecc.) di cui al DPR n.74/2013.
Per il punto c1
L’obiettivo è promuovere comportamenti consapevoli e intelligenti nel consumo di gas e di energia elettrica, che incidano non solo sul contenimento della domanda di gas e sugli stessi costi in bolletta degli utenti ma anche sulle politiche di decarbonizzazione.

Saranno attivati monitoraggi su edifici pubblici, impianti condominiali, locali commerciali, punti a maggiore consumo, mediante il rilevamento dei dati giornalieri di consumo a livello di reti di distribuzione gas cittadine per valutare la risposta volontaria degli utenti, utilizzando i dati orari di prelievo ai punti di connessione tra le reti di distribuzione cittadine e i punti di riconsegna della rete di trasporto SNAM, che sono costantemente monitorati.
Per il punto c2)
Ulteriori risparmi possono conseguirsi con misure comportamentali che richiedono investimenti anche piccoli da parte degli utenti, ad esempio:
• investimenti per la sostituzione di elettrodomestici a più elevato consumo con quelli più efficienti,
• sostituzione di climatizzatori con quelli più efficienti, installazione di nuove pompe di calore elettriche (ibride) in sostituzione delle vecchie caldaie a gas,
• installazione di pannelli solari termici per produrre acqua calda,
• sostituzione lampadine tradizionali con quelle a led.
Enea ha calcolato un risparmio di circa 1 miliardo di Smc.
Tali misure ricadono già in buona parte in regime assistito (detrazioni fiscali, conto termico…), ma richiedono un certo periodo di tempo per la determinazione degli effetti ai fini della riduzione della domanda.
Si assume cautelativamente un impatto sul risparmio nel periodo considerato di 200 milioni di Smc, a fronte di un potenziale superiore a 1 miliardo di Smc.
Per completezza di informazione si ritiene opportuno anche un riferimento al vademecum in materia di riduzione dei consumi pubblicato da Enea (consultabile e scaricabile QUI), in occasione della Giornata internazionale del risparmio energetico, in cui sono presenti 20 punti per risparmiare sui consumi di energia e abbattere i costi in bolletta.

Fonti: MITE, ENEA
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