“Quanto è sostenibile un certo modello di sostenibilità?”: così Annunziata al seminario nella sede di Federmanager

Quanto è sostenibile un certo modello di sostenibilità in termini sociali ed economici?“: con questo spunto di riflessione il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Napoli, Gennaro Annunziata, ha aperto il suo intervento al seminario “Il futuro della sostenibilità”.
Il seminario, valevole 3 Cfp, si è svolto nella sede di Federmanager Napoli nel pomeriggio di giovedì 10 ottobre (vedere qui in basso il programma) ed è stato organizzato in collaborazione con l’associazione manageriale e il Distretto aerospaziale della Campania.
Porsi domande in tema di “sostenibilità sostenibile”, ha fatto osservare Annunziata, non deve apparire un mero gioco di parole.

IL RISCHIO DI APPROCCI FIDEISTICI
Le scelte relative alla sostenibilità – ha osservato infatti il presidente degli ingegneri – , se non mediate da un approccio ai problemi non fideistico, ma realistico e concreto, rischiano di sferrare colpi mortali a molti settori dell’economia, con costi sociali difficilmente sostenibili.
Un’esempio per tutti: la battaglia per l’azzeramento dei combustibili fossili e le scelta dell’Unione europea nel settore dell’automotive che punta a una propulsione “full electric”.
Ma dalle industrie che operano in questo campo – ha ricordato Gennaro Annunziata – , da cui dipendono il lavoro, il futuro, la vita di decine di migliaia di cittadini stanno giungendo motivati segnali di allarme.
Il full electric non decolla. L’abbandono della tecnologia del motore endotermico significa oggi accettare il rischio della chiusura di impianti industriali e la perdita di posti di lavoro. E questo proprio quando i progressi nella tecnologia dei propulsori endotermici e dei relativi carburanti consentono di ridurre notevolmente il loro impatto ambientale”.
E c’è dell’altro: dalla Cina – è stato ricordato – proviene la maggior dei prodotti strategici per l’abbandono dei combustibili fossili: semiconduttori, batterie, pannelli solari, così che il sistema economico occidentale viene a trovarsi in una situazione di dipendenza dall’Oriente che potrebbe avere impatti devastanti sugli equilibri geopolitici.

BIANCO: COLLABORAZIONE CONSOLIDATA
Da tempo tra Federmanager e Ordine ingegneri di Napoli – ha ricordato il presidente dell’organizzazione manageriale Luigi Bianco – intercorre un fecondo rapporto di collaborazione, articolato soprattutto su percorsi formativi condivisi, anche in considerazione del fatto che quasi sempre i manager sono anche ingegneri.
Attualmente . ha ricordato Bianco – da questi percorsi sono usciti circa trecento manager certificati, nella consapevolezza che la tutela e lo sviluppo della cultura manageriale, “rappresenta un asset per il mondo delle imprese“.

ECOLOGIA SPAZIALE
Nel corso del seminario sono stati analizzati i molteplici aspetti della sostenibilità che viene declinata in aspetti spesso insospettabili. E talvolta in scenari da fantascienza.
E’ il caso delle missioni spaziali: da tempo si parla di “spazzatura del cosmo”, ossia dei relitti di apparecchiature spaziali che galleggiano attorno alla terra.
In uno degli interventi è stato spiegato come oggi sia possibile collocare satelliti artificiali giunti alla fine della loro vita operativa, in orbite di rientro “distruttive”: che ne consentono cioè la disintegrazione senza conseguenze negative.
Ma la sostenibilità esige anche un approccio ben piantato sulla terra, guidata come è da norme e da adempimenti, illustrati per l’Ordine da Claudio Laterza.
PER GLI INGEGNERI UN RUOLO DA PROTAGONISTI
Tutte le professionalità connesse alla sostenibilità non possono comunque fare a meno dell’apporto di competenze degli ingegneri, come è emerso com evidenza dalla relazione di Maura Monsurrò e Fabio Montagnaro.
Ad esempio il dottore commercialista non può fare a meno dell’ingegnere per la redazione del “bilancio ambientale” e delle relative rendicontazioni.

ATTENTI ALL’ECCESSIVA BUROCRATIZZAZIONE
Nel suo intervento, tuttavia, Raffaella Papa ha messo in guardia contro i rischi di un approccio eccessivamente burocratico e formale alla sostenibilità.
In molti casi – ha ricordato – le norme si sono tradotte in montagne di carte e di documenti.
E tutto questo non è certamente sostenibile e, anzi, fa venir meno uno dei principi-cardine della sostenibilità: “less is better”“meno è meglio”.


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