Ricordo di Florin Florineth, padre dell’Ingegneria Naturalistica europea

Nei giorni scorsi è scomparso il professor Florin Florineth, padre dell’Ingegneria Naturalistica europea. Dalla Commissione Ingegneria Naturalistica dell’Ordine degli ingegneri di Napoli riceviamo – e volentieri pubblichiamo – l’intervento che segue, a cura del coordinatore Gino Menegazzi e del consigliere dell’Ordine Eduardo Pace, referente della commissione stessa.

Nel momento di maggiore violenza dei mutamenti climatici, ci lascia il padre dell’Ingegneria Naturalistica europea: Florin Florineth.
Il mondo sta prendendo coscienza dei mutamenti climatici: una consapevolezza maturata toccando con mano le violenze degli eventi e le conseguenze anche letali dei mutamenti, con lo sconvolgersi dei territori e della vita quotidiana.
Quello che purtroppo rappresenta un appuntamento costante nella cronaca di questi mesi è il “dissesto idrogeologico”: fiumi che esondano, pendii che si erodono, frane che si innescano, paesi che scompaiono. E soprattutto vite spezzate.

PREVENIRE MEGLIO CHE CURARE
Si discute e si studia molto per individuare le migliori pratiche per la prevenzione e per la gestione delle emergenze: non esistono ricette preconfezionate, ma solo diversi scenari da affrontare anche, e principalmente, in fase preventiva.
Tra questi vogliamo segnalare, anche all’attenzione della politica, l’Ingegneria Naturalistica: una branca dell’Ingegneria che, per definizione, è la disciplina tecnica “che utilizza le piante vive o parti di esse nella realizzazione di interventi particolarmente efficaci per la sistemazione dei corsi d’ acqua, delle sponde, dei versanti, limitando l’ azione erosiva degli agenti meteorici, di scarpate e superfici degradate da fattori naturali (dissesto idrogeologico) o antropici (cave, discariche, opere infrastrutturali)”.
Il riferimento storico dell’Ingegneria Naturalistica è stato Hugo Meinard Shiectl, che così la definisce: una disciplina tecnico scientifica che prevede l’utilizzo di materiali “da costruzione”, reperibili in loco, vivi, da soli o in combinazione con materiali inerti in genere per la realizzazione di sistemazioni a difesa del territorio.

LA TECNICA RIVISITA SAPIENZE ANTICHE
Sono definizioni risalenti alla seconda metà del secolo scorso, ma che affondano le loro radici nell’antichità in quanto l’attuale Ingegneria Naturalistica ha “ingegnerizzato” concetti e tecniche che, magari in maniera empirica o embrionale, sono stati messi a punto dai Forestali e da coloro che avevano il compito di intervenire utilizzando il poco materiale a disposizione e di prossimità.
Tutti gli interventi sono caratterizzati da un “basso impatto ambientale” e, anzi, sono finalizzati proprio alla ricostruzione di un ecosistema ambientale degradato o sconvolto dalle azioni antropiche,

DISCIPLINA TRASVERSALE
La sensibilità è andata crescendo con gli anni, l’Ingegneria Naturalistica è diventata sempre più una disciplina trasversale e anche la politica si è resa conto della necessitò di eseguire prioritariamente tutti gli interventi sul territorio con tecniche di Ingegneria Naturalistica.
La Regione Campania è stata tra le prime a disciplinare questo settore con il Decreto del Presidente della Giunta Regionale n° 574 del 22 luglio 2002 – Emanazione Regolamento per l’attuazione degli interventi di Ingegneria naturalistica che, all’articolo 4 dispone che le tipologie tecniche di Ingegneria naturalistica devono essere applicate sia come tecniche di base che come tecniche di mitigazione degli impatti ambientali, per tutti gli interventi inseriti nei seguenti ambiti di applicazione:

– Bonifiche e recupero ambientale di discariche e cave

– Difesa del suolo in generale

– Infrastrutture viarie e ferroviarie

– Rinaturalizzazione

– Opere idrauliche in generale

– Valorizzazione ambientale a fini turistici

– Operazioni di protezione civile

Dal 2002 diventa, quindi, anche in Campania obbligatoria la preliminare verifica di applicabilità delle tecniche di Ingegneria Naturalistica, in tutti i suddetti ambiti, ed anche nella risistemazione delle aree dopo la chiusura dei cantieri.

NASCE L’AIPIN
Disciplina recente, dunque, ma con radici (è proprio il caso di dirlo) immerse nel passato e che negli ultimi decenni si è sistematizzata, dotandosi di regole, procedimenti scientifici e calcoli.
I maggiori esponenti del settore hanno dato vita all’AIPIN (Associazione Italiana Per l’Ingegneria Naturalistica) e anche l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli ha fatto la sua parte, accogliendo Lectio Magistralis dei principali esperti europei, organizzando seminari e corsi formativi, anche con attività di cantiere e, infine, promuovendo la fondazione del “Centro Studi di Ingegneria Naturalistica”, unitamente all’Università Federico II di Napoli, all’Università di Boku di Vienna (dove Florineth ha insegnato a lungo), all’Università di Evora (Portogallo), all’Università Mediterranea di Reggio Calabria e all’Ente Parco Nazionale del Vesuvio.
In quelle occasioni il riferimento scientifico internazionale è sempre stato il professor Florin Florineth, universalmente riconosciuto come il padre dell’Ingegneria Naturalistica europea: un italiano altoatesino che ha trovato nell’Università austriaca il giusto ambiente ed i giusti spazi per sperimentare ed approfondire le migliori tecniche per il risanamento ambientale mediante l’uso di materiali vivi.
Il 16 luglio 2023, purtroppo, Florineth è venuto a mancare e con lui scompare, come ha evidenziato l’Aipin, “un Maestro di caratura internazionale, fortemente impegnato anche nel coinvolgimento di giovani colleghi, professionisti con i quali condivideva il suo sapere e le sue scoperte perché diventassero anch’essi protagonisti del Fare per il Bene Comune.
All’ Università di Boku di Vienna, tra le più attive in campo di protezione e uso sostenibile delle risorse naturali, è stato professore e fondatore dell’Istituto per l’Ingegneria Naturalistica e la Costruzione del Paesaggio. Fino al 2013  è stato anche capo del Dipartimento di Ingegneria civile e rischi naturali. Ha sempre coltivato rapporti nazionali e internazionali con altri specialisti del settore, da Hugo Schiechtl Meinhard a Giuliano Sauli, promuovendo attività di ricerca applicata e progettazione nel campo, controllo delle frane, rischio idraulico, manutenzione del paesaggio e conservazione della natura e promuovendo anche le associazioni professionali come Aipin ed Efib che tutt’ora si occupano di questi ambiti in Italia e in Europa”.

DISPONIBILITA’ E PASSIONE
L’Ordine degli ingegneri di Napoli ha ospitato diverse volte Florin Florineth ed egli si è sempre reso disponibile a confronti, appassionato docente, mai avaro nell’insegnamento e nel trasferimento delle sue conoscenze.
Così lo ricorda  Gino Menegazzi, coordinatore della Commissione Ingegneria Naturalistica dell’Ordine di Napoli: “alle sue lezioni mi dovevo preparare psicologicamente, in quanto ero consapevole dell’impegno che avrei profuso nel cercare di carpire anche la più piccola informazione che sarebbe stata utile nel mio prossimo progetto e che ero certo che Florin avrebbe condiviso. Per me Florin ha rappresentato un faro per la mia crescita professionale.”
La scomparsa di Florin Florineth segna una perdita importante per la comunità del professionisti che operano avendo cura per l’ambiente e rappresenta quindi una perdita importante per l’ambiente, dunque per tutti.

Buon viaggio, Maestro.

a cura di Eduardo Pace e Gino Menegazzi

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