Vigili del Fuoco, il Consiglio dell’Ordine premia Giuseppe Petrone, coordinatore dei sommozzatori: “Attività importantissima in favore della collettività”

Il responsabile nazionale dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco Giuseppe Petrone, merita un “ringraziamento speciale” come esempio di che cosa significhi “essere Vigile del Fuoco e ingegnere: un professionista che, ogni giorno, dona una parte di sé per la tutela della collettività, come richiamato anche dall’articolo 18 del nostro Codice deontologico”. Così il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Napoli, Gennaro Annunziata, alla cerimonia organizzata nella sede di Piazza Dei Martiri martedì 29 ottobre per premiare con una pergamena e un distintivo in oro il responsabile nazionale dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco Giuseppe Petrone, iscritto all’albo partenopeo degli ingegneri, che comanda oltre quattrocento unità di personale altamente specializzato.
Ad accogliere Petrone anche i consiglieri dell’Ordine Giovanni Alfano, Raffaele De Rosa ed Eduardo Pace.

DUE MISSIONI DIFFICILI
Il riconoscimento, recita la pergamena (vedere immagine in basso), è stato deciso dal Consiglio per “l’importantissima attività svolta in favore della collettività” e in particolare per impegno e l’abnegazione profusi nel coordinare il recupero dei dispersi dopo il disastro della centrale idroelettrica di Bargi, sul lago di Suviana , ad aprile di quest’anno, e il naufragio dello yacht Bayesian, a Palermo, lo scorso agosto.
Due missioni particolarmente impegnative: basti pensare che durante le immersioni nelle acque torbide di Suviana i sommozzatori avevano una visibilità ridotta a soli 20 centimetri.
PRESENTI I VERTICI LOCALI DEL CORPO
Alla cerimonia hanno preso parte Emanuele Franculli e Michele Mazzaro, rispettivamente direttore regionale e comandante provinciale di Napoli dei Vigili del Fuoco, e una delegazione del corpo.
Petrone è entrato giovanissimo nel corpo dei Vigili del Fuoco, e in questo percorso non solo ha fatto carriera con merito e impegno, ma ha voluto completare un altro percorso altrettanto impegnativo, proseguendo gli studi e conseguendo la laurea in Ingegneria.

DIVENTARE INGEGNERE: SCELTA DI IMPEGNO
Per Petrone la scelta di “diventare ingegnere – commenta Annunziata – mentre affrontava le sfide quotidiane di un lavoro tanto complesso e pericoloso, è una dimostrazione del suo straordinario impegno verso il miglioramento personale e verso il servizio al Paese“.E Petrone ha voluto anche sottolineare che da subito ha scelto di iscriversi all’Ordine, per “un forte senso di appartenenza alla categoria“.
Senso di appartenenza ribadito anche dal direttore regionale Franculli (“sono iscritto all’Albo da ben 37 anni“, ha tenuto a puntualizzare)
e dal comandante provinciale Mazzaro, che ha ribadito come l’impegno di Giuseppe Petrone incarni al meglio lo spirito di servizio del Vigile del Fuoco e, insieme, del professionista tecnico.

TECNICA E UMANITA’
Intrattenendosi nella sede dell’Ordine, Petrone ha ricordato che spesso le sue missioni di soccorso richiedono, oltre alla competenza tecnica, anche profonda sensibilità umana, per esempio nel rapporto con i familiari delle vittime di eventi catastrofici.
Umanità e abnegazione che vanno oltre i limiti del senso del dovere e che si compendiano anche nella frase che Giuseppe Petrone pronunziò la scorsa primavera, durante le operazioni di recupero delle salme delle vittime della sciagura sul lago di Suviana: “Resteremo qui fino a quando non li troveremo tutti”.
Il coordinatore nazionale dei sommozzatori ha voluto anche ricordare che in tutte le missioni svolte , la chiave del successo “sta nel lavoro di squadra. L’impegno e la competenza dei miei uomini mi danno la certezza che tutto venga svolto al meglio e senza risparmio di forze“.
Prima di congedarsi, di rigore dunque un fotogruppo che ritrae Petrone con il presidente, i consiglieri dell’Ordine e – soprattutto – con gli appartenenti al corpo intervenuti alla cerimonia.

Del riconoscimento attribuito a Giuseppe Petrone ha dato notizia anche il Mattino di giovedì 31 ottobre 2024, a pagina 31.

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